“Spesso la vita è strana”. Parlava così Ilkay Gündogan, nei primi giorni dopo il passaggio dal Borussia Dortmund al Manchester City, cosciente di quanto la sua, di vita, per un bel pezzo si fosse giocata su un filo sottilissimo. Andare da Guardiola – che se n’era innamorato da subito, anche se in Germania lo ha sfidato solo poche volte – era cosa oltremodo inattesa, considerato tutto il retroterra di infortuni che ne stavano per compromettere la carriera. Ora, invece, di Pep quel Gündogan sta diventando giorno dopo giorno gioiello e segreto, inseguito e desiderato per lungo tempo. Nonostante tutto.
Una manciata di partite sono bastate per dare ragione a Guardiola, che già lo aveva blindato quando ancora allenava il Bayern Monaco, anche di fronte a qualche mugugno e perplessità. Ilkay ha preso in mano le redini di un centrocampo che aveva bisogno della sua vitalità, del suo dinamismo. Risultato: quattro gol e due assist nelle ultime due, contro WBA e, appunto, Barça. In più il rientro in Nazionale, dopo quasi un anno. Sintomo che Gündo è di nuovo tornato a dominare il suo corpo, nonostante i mille infortuni che lo hanno portato vicino a pronunciare il fatidico basta. Spesso la vita è strana, direbbe lui.
Aggiornato il 6 Settembre 2017