“E pazienza se non segna”
Il “45” sulle spalle
Per scolpire una data nella sua storia personale ha scelto un avversario certo non banale: il Sassuolo guidato da quell’Eusebio Di Francesco che lo aveva fatto esordire tra i professionisti, dove aveva segnato al Ravenna l’8 marzo 2010, avviando un cammino che l’avrebbe portato sotto l’egida del Chievo. Non è però un “core ingrato”, Roberto: solo un atleta serio, senza qualità eccezionali ma di una “eccezionale normalità”, raccontano a Verona. Tre acuti a pochi passi da Consigli, e chissà cosa sarà passato per la testa a quell’allenatore che era stato folgorato da Roberto nei Giovanissimi, durante un Virtus Vasto-Pescara: di lì l’arrivo al Delfino. Nel cuore il Milan, nel destino l’Inter, l’avversario affrontato all’esordio in serie A. Seconda o prima punta, poco cambia: questo ragazzone con il “45” sulle spalle risponde presente, e mister Maran si fida di lui: lo ha voluto indietro dopo il prestito al Carpi, formazione con la quale aveva ritrovato la serie A, e le 21 presenze (11 da titolare) in 24 turni di campionato ne sono la degna cartina di tornasole.
Un cammino avviato nella Pgs di Vasto, la “cantera” curata da Michele La Verghetta, e proseguita con un….sogno nel cassetto: aprire uno stabilimento balneare e gestirlo con gli amici e la sua fidanzata Noemi. Una storia semplice, citando Sciascia. Fatta della serenità che chi ama il mare trova facilmente e della pazienza che l’esperienza al Nord, lontano 700 chilometri da casa, gli ha regalato. I modelli? Semplice. I suoi genitori:
“Sono le persone che ammiro di più al mondo” ama ripetere a chi glielo chiede. Anche alla Virtus Vasto tutti lo descrivono ancora come “un ragazzo d’oro”.
Che ora, a distanza di anni, va anche ringraziato: in occasione del suo esordio in Serie A contro l’Inter, infatti, la squadra aveva ricevuto un premio di 36mila euro per averlo formato. Come sono stati reinvestiti? Ovviamente nel calcio: realizzando un campo in sintetico per i circa 400 ragazzi del settore giovanile. Non è stata in discesa, la sua strada: Inglese è passato anche da una frattura alla spalla a Pescara e una al perone a Lumezzane, dove qualche anno prima era passato un certo Mario Balotelli. Altro talento, ma anche altra mentalità: a casa Inglese la pazienza è la prima qualità. Così, a 26 anni da compiere, ti trovi a festeggiare la prima tripletta in A. Per la gioia tua, e di quei fanta-allenatori che in estate ti avevano pescato nel listino.