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Serie B, ecco i top 5 trasfertisti solitari

Qual è il bello del calcio? Seguire la propria squadra del cuore ovunque. Anche sulla Luna, se è possibile o anche nel posto più ameno della Terra. Sciarpetta al collo, “pezza” al seguito e via, si va tifare anche da soli contro migliaia di tifosi avversari. Si spendono centinaia di euro, si perdono ore di sonno, la bile compie travasi che neanche un tuffo della Cagnotto e si rinuncia anche all’affetto dei propri cari. L’affettato no, in trasferta non manca mai. “Tutto molto bello” direbbe Pizzul, “Tutto molto ignorante” diremmo noi. Eccovi i cinque tifosi che hanno seguito almeno una volta da soli la propria squadra in trasferta. Perché è quando la squadra gioca lontana da casa 1000 chilometri che si vede l’ignoranza

Spoiler: uno di questi si è presentato da solo da campione d’Italia

Cece”, Portogruaro

Il Portogruaro oggi gioca in Promozione veneta, ma nel 2010/2011 ha disputato una stagione in B. Pochi tifosi in casa, uno solo in trasferta: Francesco detto “Cece” è stato l’emblema della fede oltre il trascendente. Spesso “Cece” si sparato migliaia di chilometri per vedere gente come Tarana, Espinal e Inacio Pià giocare sui campi lontano del Veneto (Portogruaro è in provincia di Venezia, ‘gnurant). “Cece” ha seguito il Portogruaro sin da quando giocava nella serie in cui gioca ora. Il coraggio si vede nell’andare a Pescara da solo piuttosto che andare a battere il Verona in casa con altri 2mila tifosi. “Cece” ne ha di coraggio. L’anno della promozione in B si è fatto 13 trasferte su diciassette partite, in B una decina. Gli hanno dedicato una seguitissima pagina su Facebook. Tu?

William, Pescara

Facile andare allo stadio quando c’è il sole, er venticello de’ Frascati e quando lo stadio avversario dista pochi passi da casa tua. William da Pescara se ne sbatte del clima e di ‘ste cose qua e segue il suo Pescara sotto la pioggia, la neve e la nebbia. William è un tifoso del Pescara da tempi immemori e lo ama così tanto da seguirlo anche da solo. Anche a Genova, che dista da Pescara 640 km. E’ bello o brutto essere da soli in trasferta? Quando uno stadio intero ti guarda e ti applaude significa che hai fatto bene a fare ciò che hai fatto. Il nostro ha anche battezzato il settore ospiti di Catania, sempre da solo. Questo significa coraggio. Altro che vedere “IT”. Chissà se è andato al cinema a vedere il nuovo Pennywise…da solo.

Bepi”, Cittadella

Già che ti chiami “Bepi” e sei di Cittadella partiamo bene. Se in più segui una squadra tra le più di provinciali d’Italia sei un idolo a prescindere. Se poi sei più vecchio della squadra per cui fai il tifo siamo a cavallo. “Bepi” è un cittadelliano verace e tifa la squadra granata da sempre. Più la trasferta è lontana, più lui parte carico. Anche di cose da mangiare e bere. Idolo contemporaneo mentre tu fai fatica “a scendere il cane” la sera. E’ un antesignano delle trasferte in solitaria, il padre di tutti quelli che si trovano soli contro tutti a tifare.

Paolo, Pro Vercelli

Vercelli e Bari distano 970 chilometri, ma quando c’è una fede grande come lo stadio San Nicola la distanza conta il fante di picche. Ed ecco un giorno di fine ottobre Paolo è partito dalla città del riso verso la città delle orecchiette alle cime. Paolo è spuntato nella città di Cassano come “la luna dal monte” di Pierangelo Bertoli. Il San Nicola è uno stadio enorme, tanto che tutti i vercellesi ci possono stare comodamente dentro. Lui invece era l’unico presente a tifare la sua squadra. Gli hanno offerto pure un bicchiere di plastica con dentro la birra e glielo ha passato uno stewart. Va bene la sicurezza, ma quel giorno (era il 29 ottobre) nel settore ospiti c’erano più forze dell’ordine che tifosi avversari (2 poliziotti, uno stewart…e lui). Chissà quanti baresi hanno fatto il percorso inverso. Non lo sapremo mai. Fatto sta che se un giorno la Pro Vercelli dovesse tornare in A (manca dai tempi della guerra in Etiopia) ci sarebbero più scudetti nel settore ospiti che in quelli di casa.

Arrigo, Udinese

Stadio Ferraris bel suol d’amore: dopo la storia di William, ecco quella di Arrigo da Udine. Nel dicembre 2012 il nostro si è presentato da solo allo stadio di Marassi solo a sostenere la sua Udinese contro la Sampdoria. Lui da solo con la sua “pezza” raffigurante la bandiera del Friuli. Gli hanno offerto di vedere la partita in tribuna con i tifosi di casa. Lui ha detto “No io non ci sto” e si è visto il match da solo. Alla fine Gastaldello della Sampdoria gli ha dato la maglia. Poteva andare peggio. Poteva piovere. Era sera, faceva freddo. Mandi.

Fuori concorso: Franz, Pordenone

Facile andare a vedere la propria squadra in trasferta quando gioca in A o in B: è in Lega Pro o nei dilettanti che si vede chi tifa davvero e chi è un bla bla bla. E quando ti chiudono il settore ospiti e tu sei costretto ad andare in mezzo agli altri tifosi e a fine partita lo speaker dello stadio ti omaggia e tutti ti fanno un applauso, la sconfitta della propria squadra diventa più dolce. Se poi ti sei fatto 90 minuti a dorso nudo e con al collo la sciarpa della tua squadra sarai considerato un immortale. Questo è Franz, un omone che segue spesso il Pordenone da solo, la quasi totalità delle volta a torso nudo. Anche quando la squadra era all’ultimo posto. Franz, il tifoso numero uno dei ramarri di Pordenone, l’unico a girare lo Stivale da Campione d’Italia. Dilettanti ok, ma sempre con un tricolore sul petto. Nudo.

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