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L'esultanza è espressione di…

L’esultanza di Dries Mertens ha fatto discutere molto. C’è chi la ritiene ironica, chi la reputa anti rispettosa e chi semplicemente non si capacita del perché un giocatore debba festeggiare un gol in quella maniera. Tuttavia nella storia del calcio si è assistito a modi di festeggiamento molto particolari…

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Toni italia esultanzaL’esultanza è personale. È mia. È me. Si, perché molti calciatori hanno un proprio modo di far festa, un modo che li identifica. Dal gallo di Belotti alla maschera di Dybala, dallo sciacquo della bocca di Bonucci alla pucciata di Matri. Gesti che ormai hanno segnato indelebilmente la testa dei tifosi, i quali ormai sanno accoppiare ogni esultanza al rispettivo giocatore ancora prima che egli segni. Anche Fifa del resto si è adattata. Una semplice X e la celebrazione della rete è automatica a seconda di chi ha segnato. Girando per il mondo se ne possono ammirare di tutti i tipi, ma noi preferiamo ricordare quelli Made in Italy. Il violino di Gilardino (Buffon sta ancora cercando Zaccardo per quell’autogol), la mano ruotante di Toni intorno all’orecchio, le due dita sopra gli occhi di Pazzini, la linguaccia di Del Piero, la statua di Bresciano… del resto, italians do it better.

UNA TANTUM MA NON SOLO

Capita però che a volte ci si imbatta in esultanze singolari che hanno significati ben precisi. Il classico dito sopra la bocca per zittire qualcuno rappresenta il gesto più comune per dare un chiaro segnale. Non dimentichiamoci poi dei classici gol dell’ex con allegata non esultanza o con chiaro segno di scuse (scuse che però sinceramente non potranno mai essere accettate per un gol subito).

Florenzi mentre abbraccia la nonna dopo un gol.
Florenzi mentre abbraccia la nonna dopo un gol.

Da citare sono anche le classiche esultanze riguardanti la propria fede. Braccia e sguardo in alto. Sono stati soprattutto i sudamericani ad adottare questo tipo di festeggiamento, vedasi Kaka, Messi, Bacca e… Gabigol. Bisogna poi ricordarsi di due esultanze molto spettacolari, nel vero senso della parola. L’amorevole corsa di Florenzi con successivo abbraccio alla propria nonna o il selfie tutto romano di Totti dopo il gol nel derby. Aldilà dei colori, anche questo ci narra la bellezza del calcio…

BALOTELLI E LA METAFORA DEL POSTINO

C’è anche chi non esulta quando segna. Già, una cosa molto assurda ma che di per sé ha una spiegazione (assurda pure quella forse? Amaci lo stesso Mario). “Io quando segno faccio il mio lavoro. Avete mai visto un postino esultare dopo aver infilato una lettera nella casella?…”. Un’affermazione discutibile, anche perché il postino quando lavora non ha 80 mila persone che tifano per lui. Tuttavia Mario diverse volte non ha saputo trattenere la gioia del gol, una gioia meravigliosa che non ha bisogno di spiegazioni. Come dimenticarsi di quella semifinale con la Germania a Euro2012, dove il 9 azzurro si tolse la maglia e in una posa pronta a diventare un meme su internet sfogò tutta la sua prepotenza. Un evento più unico che raro. Ancora oggi la gente si divide in chi lo critica e in chi lo ama…

PS: ah, come dimenticarsi del giovane che dopo il gol distrusse la panchina con una testata che nemmeno i tori quando vedono un telo rosso sono così carichi? Il calcio del resto è imprevedibile in tutto.

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