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Caro Benevento, non finire come queste cinque squadre…

“La Serie A deve essere alla portata di tutti”, “Non è giusto che le squadre provinciali non possano sognare di giocare all’Olimpico o a San Siro”, “Lotito vaffa!”. Sono queste alcune delle frasi che si pronunciano con più costanza quando si parla della promozione miracolosa in serie A di squadre composte da ex muratori, criminali e ubriaconi da bar. Esistono dei casi clamorosamente vincenti, come il Leicester di Ranieri, e tutti gli altri che rispettano, invece, alla perfezione le previsioni. Cioè di far schifo come Bendtner alla Juventus.

Tra questi casi, è facile ricollegarsi ad un fatto di attualità sportiva come il record negativo di 10 partite perse dal Benevento dall’inizio della Serie A. Per lo meno un record lo hanno fatto, positivo o negativo che sia poco importa, l’importante era lasciare un segno negli almanacchi.

Non possiamo sapere se il nuovo Benevento di De Zerbi, dopo la sconfitta di ieri sera contro il Cagliari, ricalcherà le orme dell’impresa crotonese dello scorso anno oppure finirà la stagione con meno punti della propria autostima, in ogni caso “le streghe” ci hanno ricordato qualche recente figuraccia fatta da squadre con più bidoni di una qualsiasi strada napoletana.

Ne abbiamo selezionate 5, memorabili come l’esperienza di Rinaudo alla Juventus:

  1. Se vi diciamo Como pensate subito a Messi, ma provate a fare mente locale e ricordare anche la figuraccia della squadra lombarda in serie A nella stagione 2002/03, quando un Preziosi impoverito per le numerose mazzette, finalizzate alle due precedenti promozioni, vuole fare cassa e vende tutta la squadra vincitrice della serie B. Morale: viene su una squadra più adatta al campionato Amatori calabrese che alla salvezza. Ah, dopo due anni il Como finirà per giocarsela la salvezza, ma in serie C. Intrigante, no?

  1. “Serie B dominata con Zeman, ora facciamo furore in A con Immobile, Verratti e Insigne”. Verratti andrà al PSG per una cifra di poco inferiore alle sigarette fumate da Zeman in tutta la sua vita, Insigne andrà a fare la riserva di Pandev al Napoli mentre Immobile finirà a Genova sponda Preziosi. La dirigenza preferirà, dunque, far giocare il Pescara della stagione 2012/13 con Terlizzi e Bianchi Arce come coppia centrale difensiva e conseguentemente prendere più scoppole della Juventus ai tempi di Cobolli Gigli. 22 punti impietosi, costellati di ben 28 sconfitte, peggior attacco e peggior difesa. Gli effetti della Zemanlandia

3. Quando riesci ad entrare in una facoltà universitaria perchè quello arrivato in graduatoria sopra di te ha fatto un imbroglio fiscale per poter pagare le tasse ed è stato sgamato dalla Guardia di Finanza. Nella stagione 2005/06 è andata più o meno così al Treviso , che ha giocato nei campi di Serie A grazie agli imbrogli di Preziosi col Genoa. Ovviamente da una squadretta del genere non ci si poteva aspettare altro che 21 punti in classifica, con sole 3 vittorie e tanta ignoranza. Così tanta che quelle poche vittorie sono state festeggiate da Reginaldo con festini a casa di Dossena, alla facciaccia della Canalis

 

  1. Santana, nonno Antonioli ma anche Parolo, Candreva, Eder e Mutu. Europa League? No, ultimo posto e soli 22 punti in 38 giornate. Questa la sorte del Cesena al suo ritorno in A nella stagione 2011/12, quando Parolo era il centrocampista più scarso in Italia e Eder si prendeva a 1 credito come sesto attaccante all’asta. E Mutu? Pensava già a prepararsi la scorta di farina per il dopo carriera. In queste condizioni non si salverebbe nessuna squadra, figuriamoci il Cesena

 

  1. Di squadre con rose ignoranti in A ce ne sono state tante, ma come l’Ancona della stagione 2003/04 mai, quella è davvero inimitabile. E pensare che il presidente riteneva di aver percorso la retta via, cioè quella di puntare sull’esperienza di “campioni” pensionati come Baggio, Ganz, Hubner e Di Francesco per conquistare una impensabile salvezza. Una squadra potenzialmente da Champions League, quella del presidente Pieroni, se però proiettata sui campi di Serie A qualche secolo prima. Poi si aggiunge anche Mariolone Jardel, considerato un colpaccio fuori dai parametri,  nel pieno della sua tossicodipendenza e allora la retrocessione umiliante con 13 punti in 34 giornate è quotata 1.10. Più o meno quanto il fallimento della società dopo aver pagato lo stipendio a tutti quei carri vecchi considerati ancora “campioni” in attività. Poveri scemi.
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