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Auguri Fabio!

Fabio Capello è un duro. Chiunque si metteva in riga quando compariva lui. Quando si arrabbiava erano pochi quelli che osavano guardarlo negli occhi. Ricordo un allenamento, avevamo appena iniziato a provare un po’ di schemi su palla inattiva. Capello fischiò e gridò:

“via tutti. Sparite da questo campo, non voglio più vedervi!” Nessuno ci capì niente. “Siete mollissimi, un disastro! Andate via…”

Fummo costretti a tornare negli spogliatoi. Eravamo un po’ confusi, ma ovviamente lui aveva un’idea ben precisa. Voleva che il giorno dopo arrivassimo carichi come guerrieri, e a me quello stile piaceva, perché non sono cresciuto a smancerie. Mi piacciono gli uomini che hanno potere e carattere. Una cosa che non si doveva assolutamente fare con lui, era mettere in discussione la sua autorità o comportarsi da presuntuosi. Andava fuori di testa. Ed è quello che è successo ad Anfield contro il Liverpool, nei Quarti di Champions League. Perdemmo per due a uno, e prima del match Capello aveva deciso le marcature da tenere sugli angoli. Thuram a un certo punto decise di fare di testa sua e si occupò di un altro giocatore invece che di quello deciso dal Mister. A fine gara, negli spogliatoi, Capello fece la sua solita ronda, avanti e indietro, mentre noi stavamo seduti intorno a lui, a domandarci che cosa sarebbe successo. Era tesissimo. “Chi ti ha detto di cambiare marcatura?” chiese a Thuram. “Nessuno, ma pensavo che fosse meglio così” rispose lui. Capello prese respiro per un paio di secondi. “Chi ti ha detto di cambiare giocatore?” ripeté. “Ho pensato che… “. Allora arrivò l’esplosione, quella che aveva covato dentro come una bomba:

“Ti ho forse detto di cambiare marcatura? Sono io o qualcun altro che decide? Sono io, hai sentito? Sono io che ti dico cosa cazzo fare. L’hai capito o no?”.


Poi tirò un calcio al lettino dei massaggi che volò via, e in simili situazioni nessuno osava alzare lo sguardo. Tutti restavano impietriti a fissare il pavimento: Buffon, Cannavaro, Trezeguet, tutti. Nessuno osava muoversi, e a nessuno venne più in mente di prendere iniziative alla Thuram. D’altronde chi avrebbe voluto trovarsi ancora davanti quello sguardo furioso?”

[Zlatan Ibrahimovic su Fabio Capello]

Oggi compie 70 anni uno dei più grandi allenatori italiani di sempre, capace di vincere con tutte le squadre di club che ha allenato.
TANTI AUGURI MISTER!

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